AL MINISTERO DELLA DIFESA
AL MINISTERO DELL’INTERNO
AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
AL COMANDO LEGIONE CARABINIERI VENETO
PADOVA
AL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI VENEZIA
AL COMANDO COMPAGNIA DI SAN DONA’ DI PIAVE
Oggetto: Comunicazione ai sensi dell’art. 18 bis della Legge 7/08/1990 nr. 241 Situazione di malessere riscontrato presso il Comando Stazione CC di San Donà di Piave.
Questa Segreteria Regionale Veneto, allo scopo di favorire la promozione, la cura e la tutela del benessere del personale, nella sua accezione più ampia e normativamente orientata, al “benessere organizzativo” che si intende comunemente, la capacità dell’organizzazione di garantire il vigore fisico, psicologico e sociale di tutti i propri militari, rappresenta di aver ricevuto diverse segnalazioni dalle quali si apprenderebbe la verosimile sussistenza di un minor clima di serenità nell’ambito del Comando Stazione CC di San Donà di Piave, dalle quali si apprenderebbero:
➢ Che nonostante non vi sia una carenza organica nel Reparto, rimasta invariata ormai da troppo tempo e NON aggiornata alle nuove dinamiche del territorio, di fatto questa non permetterebbe più di garantire il buon andamento dello stesso che sarebbe sempre più oberato di lavoro.
Di seguito riportiamo una parte dei compiti a cui un Comando Stazione è chiamato a concorrere:
– Confezionamento vitto (si ricorda che il punto cottura è in sede);
– Piantone h.24;
– Assistenza a sfratti (sempre più numerosi);
– Attività di bonifica ordigni bellici (la bassa veneta è risaputo sia zona molto interessata
all’evento);
– Servizi perlustrativi pianificati di compagnia, compatibilmente alla forza disponibile (peraltro
non codificati né previsti da alcuna Circolare del Comando Generale dell’Arma dei
Carabinieri);
– Servizi coordinati;
– trattazione ARMI (molto numerose in loco);
– Numerosissime pratiche attinenti attività informative, richieste dal C.do Provinciale CC.
R.O.N.Inf. di Venezia, che impone scadenze a breve termine;
– Deleghe e notifiche, talvolta anche urgenti da parte dell’AG;
– Notifiche ed esecuzioni nei confronti di persone sottoposte a misure detentive e/o di sicurezza
(anche più notifiche per la stessa persona ed a qualsiasi ora della giornata lavorativa del
reparto).
– Non meno importante anche a fornire militari per servizi provvisori di rinforzo estivo e non.
A tal proposito non va inoltre dimenticato che negli ultimi anni, il personale in forza alle stazioni viene sostituito con molta facilità (vedasi in particolare i militari che escono dalle scuole allievi già assegnati a reparti della linea mobile, i quali verranno definitivamente persi al compimento del 12° mese di servizio nella territoriale), creando non pochi problemi al Comando Stazione il quale, dopo avere speso energie e tempo nel formare un militare che per anni, se non decenni, non rientrerà nella linea territoriale (perdendo irrimediabilmente quelle nozioni che in un anno ha acquisito) si troverà, suo malgrado, costretto a formare nuovamente da zero altri neo carabinieri per poi perderli nuovamente entro breve termine (mediamente entro due – tre anni nei casi migliori, a seguito di Getra o mini Getra, oppure di acquisizione degli elementi più promettenti presso gli uffici dei Comandi Superiori con la tecnica della “messa a disposizione di altro Comando” per lunghissime durate).
Ciò crea un pericoloso “loop” che assume un connotato da “Girone Dantesco”, tenendo conto delle problematiche sollevate dalla linea gerarchica, a partire dal Comando Generale fino al Comando Compagnia, per quanto riguarda l’impiego di “giovani carabinieri privi di esperienza”, che dovranno, secondo le linee guida più volte emanate da tutta la linea gerarchica, necessariamente essere affiancati a personale con esperienza (leggasi Marescialli od Appuntati, il cui numero è in costante ed inesorabile calo, grazie anche alle politiche di risparmio sugli arruolamenti dei precedenti esecutivi, al progressivo invecchiamento del personale effettivo ed alla massa di personale che lascia il servizio ogni anno).
Inoltre, risulta doveroso sottoporre all’attenzione di codesto Comando Generale anche il fatto che nonostante vi siano altre Forze di Polizia nel territorio di competenza di San Donà di Piave queste non garantirebbero un adeguato servizio di recezione pubblico che il più delle volte sarebbe “rimbalzato” alla locale Stazione Carabinieri, come verbalizzato in fase di denuncia in più occasioni.
Addirittura, è riscontrato che il Reparto abbia dovuto sopperire attività delegata da altre FF.PP.
nonostante le disposizioni in controtendenza del Ministero dell’ Interno, il quale è intervenuto con circolare 558/A/421.2/5/161672 datata 08.08.2008 ad oggetto “Accertamenti ed indagini delegati e sub delegati da altre forze di Polizia
Per quanto sopra, ed in considerazione dello stato d’animo dei militari con i quali quest’associazione sindacale si è interfacciata è emerso, come svariate volte evidenziato e segnalato al Comandante della Stazione ed al Comandante della Compagnia da tutto il personale interessato, che la situazione qui rappresentata è ormai INSOSTENIBILE; gli intervenuti sono apparsi DEMOTIVATI, FRUSTRATI, AFFRANTI, RASSEGNATI E VESSATI, consapevoli di essere ABBANDONATI dal sistema, tanto da minarne nel profondo la tranquillità personale e lavorativa (che inevitabilmente va a riverberarsi in ambito famigliare).
Quanto appena descritto impone la responsabilizzazione in tutela di tutti i dipendenti; il benessere psicofisico ed economico del dipendente è un principio fondamentale ed irrinunciabile, poiché ne segnerà indelebilmente il futuro.
Ed inesorabilmente ritorniamo alle missive trasmesse da questa A.S., laddove sono state evidenziate situazioni ed episodi che in alcuni casi probabilmente sono terminati con l’insano ed irreparabile gesto.
Giova inoltre ricordare che forse non si conoscono alcune patologie che colpiscono alcuni soggetti cioè la “Sindrome di Burnout”, il tutto con particolare riferimento a coloro i quali sono investiti di ruoli di responsabilità in qualità di “Datore di Lavoro” che, ad ogni buon fine si va brevemente ad illustrare.
Questa patologia in genere colpisce coloro che sono impiegati nelle professioni di aiuto, nelle emergenze, nel sociale come medici, infermieri, carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, assistenti sociali ovvero tutta quella forza lavoro pubblica e privata con caratteri di iperattività, iperconnessa e schiacciata da mille impegni, tra lavoro e famiglia, che porta a raggiungere livelli di esaurimento psico-fisico; nei casi più gravi conduce a gesti estremi, perpetrati tramite l’arma d’ordinanza per il personale delle forze di Polizia e per altri in qualsivoglia modo.
Stante le lagnanze è rilevato anche che alcuni militari, anche fruenti di alloggio di servizio, abbiano preso la decisione di dare seguito all’inoltro di domanda di trasferimento verso altri Comandi con situazioni lavorative più dignitose; in altri vi è stata anche la prospettiva di inoltrare la domanda di congedo, per recuperare la serenità perduta…spettante ad ogni singolo cittadino lavoratore militare e civile. “LA FUGA IMMEDIATA” da tali situazioni.
UNARMA crede sempre nell’attento ascolto che codesto Comando Generale vorrà concedere, ma crede ancora più fortemente in coloro che VOGLIONO il bene dei propri collaboratori, tanto da adoperarsi affinché questi possano ritrovare la serenità e la voglia di dare il loro contributo per l’Italia ed i cittadini in difficoltà.
La tabella della FORZA ORGANICA di un reparto dovrebbe variare “nel tempo” seguendo di pari passo lo sviluppo economico sociale dei centri urbani raggruppati nella giurisdizione; questa è l’unica evoluzione che potrà determinare una regressione delle attività illegali di ogni genere.
È impensabile che la forza organica dei militari sia uguale per venti anni e che la medesima oggi possa ritenersi ancora appropriata; ignorando l’incremento esponenziale dell’attività di p.g. e delle attività ad essa connesse, comprovata dai dati statistici ben noti a tutti gli uffici preposti. Qualunque cittadino si chiederebbe: “A cosa servono i dati statistici? A cosa servono i dati conservati se poi la scala gerarchica non ne verifica l’andamento al fine di rimediare ai danni del passato?”
il Carabiniere (con la C Maiuscola) è un essere umano e non un ROBOT programmabile a piacimento al quale, tramite la digitazione di stringhe di programmazione, impartire ordini in relazione alle esigenze del momento e della scala gerarchica, disponendo degli stessi a desiderio proprio.
Orbene, premesso e considerato che il vero benessere, non deriva semplicemente dall’ambiente di lavoro inteso come luogo fisico, bensì anche dalle dinamiche professionali che si creano tra tutti i componenti di un ente o ufficio, giova evidenziare, anche nell’interesse del servizio, alcuni aspetti che lo sostengono:
❖favorire, soprattutto all’interno dei gruppi di lavoro più ristretti nei quali le persone operano a diretto contatto (pattuglie, squadre, ecc.) una piena condivisione di intenti e di finalità nonché la valorizzazione del contributo fornito da ciascun militare e l’approfondita conoscenza reciproca;
❖ promuovere l’autostima di ogni militare, valorizzandone le capacità e le potenzialità;
❖ favorire un clima positivo all’interno dell’ambiente lavorativo;
❖creare un legame con i propri dipendenti, facendo sentire la propria empatia e vicinanza e
dimostrando la propria attenzione sulle problematiche di servizio e personali che possono essere
rappresentate;
❖ dimostrare in ogni occasione la propria disponibilità all’ascolto e all’aiuto;
❖porre attenzione e mostrare vicinanza nelle occasioni importanti della vita di ciascuno
(matrimonio, nascita figli, lutti, malattie ecc.);
❖ valorizzare il confronto;
❖ coinvolgere il personale nei processi decisionali che li riguardano;
❖ promuovere la motivazione e il senso di autoefficacia del personale.
Tutti fattori che ineludibilmente favoriscono il clima di serenità che dovrebbe regnare nei reparti e tra i militari dell’Arma (art. 424 R.G.A.).
Conoscendo la sensibilità della S.V. sugli aspetti e tematiche rappresentate, sempre con lo scopo di contribuire a migliorare le condizioni di benessere del personale, si auspicano, nel caso di specie, verifiche e risoluzioni delle possibili criticità evidenziate, attraverso idonei e mirati interventi. Questa Segreteria Regionale rimane a completa disposizione per una migliore esposizione delle problematiche evidenziate e per un eventuale incontro in presenza con i Comandi Superiori interessati, tenuto conto che quanto pervenuto a questa A.S. e di gran lungo più gravoso. sia in termini di SERENITA’ che di operatività e che tale situazione non potrà essere trascurata ancora per molto tempo.
Grati dell’attenzione che riserverà alla presente, si porgono deferenti quanto sentiti saluti.
La Segreteria Regionale Veneto