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Lettera Aperta al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri:Criticità nelle Procedure per il Riconoscimento dello Status di Vittima del Dovere e Richiesta di Immediato Intervento

da | Apr 5, 2025 | News | 0 commenti

ALLA SEGRETERIA NAZIONALE

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI DI ROMA

Egregio Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,
Si desidera portare alla Sua attenzione una questione di rilevante importanza riguardante il
riconoscimento dello status di Vittima del Dovere, un tema che merita un’approfondita riflessione,
non solo per la sua delicatezza sociale, ma anche per il rispetto delle normative vigenti.
È principio generale che tutti debbano essere edotti delle disposizioni di legge, tra le quali
l’art. 1, comma 2, della legge n. 241/1990, il quale persegue l’obiettivo di garantire l’efficienza e la
celerità dell’azione amministrativa, evitando che la Pubblica Amministrazione possa aggravare
inutilmente i procedimenti. Tuttavia, si riscontra che alcuni uffici del Dipartimento della Pubblica
Sicurezza disattendano tale disposizione in modo irregolare, imponendo a determinati soggetti
l’onere di produrre atti ultronei, privi di reale necessità istruttoria e spesso già in possesso della
stessa Amministrazione.
Un esempio emblematico è rappresentato dall’Ufficio Vittime del Dovere, il quale, nell’ambito
delle istanze per il riconoscimento di tale status, ha adottato prassi difformi e contrarie ai principi
di semplificazione amministrativa, come sancito dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha
riconosciuto la natura di diritto vivente di tale riconoscimento. In particolare, si osservano casi in
cui le domande vengono restituite agli istanti con formule improprie, generando un’inaccettabile
interruzione del procedimento e un indebito differimento degli effetti economici, a causa di
pretestuose richieste di riavvio dell’iter.
In alcuni casi, ad esempio, per ex dipendenti dispensati dal servizio per causa di servizio
accertata, l’Ufficio richiede nuovamente la verifica del nesso di causalità tra l’evento lesivo e l’azione
criminosa, nonostante tale rapporto sia già stato riconosciuto. Altrettanto incomprensibile appare la
richiesta di produrre sentenze passate in giudicato di condanna dell’autore del reato o documenti
già depositati presso le Questure e utilizzati per l’azione penale. Risulta altresì irragionevole la
pretesa di acquisire il foglio matricolare completo, già nella disponibilità del Ministero, o,
addirittura, ordini di servizio risalenti a decenni addietro, relativi a operazioni di polizia giudiziaria
per le quali la competenza documentale è della Procura della Repubblica e non della Questura.
Tali contraddizioni non solo rallentano ingiustificatamente i procedimenti, ma, in alcuni casi,
appaiono in contrasto con il principio del ne bis in idem. L’esempio citato, ampiamente documentato,
è solo uno dei tanti casi in cui la Pubblica Amministrazione impone oneri vessatori ai cittadini,
aggravando inutilmente il procedimento in violazione dei principi di efficienza e buon andamento.
Si segnala, inoltre, il rischio di un consistente contenzioso, con potenziali richieste di
risarcimento nei confronti del Dicastero, del Capo del Dipartimento e del dirigente dell’Ufficio, da
parte di Vittime del Dovere penalizzate dal decorso della prescrizione. Infatti, essendo il
riconoscimento dello status ormai pacificamente acclarato, è evidente che i benefici che ne derivano
non possano essere condizionati da un’inutile istanza da parte degli interessati. È compito del
responsabile del procedimento attivare d’ufficio il riconoscimento, eventualmente richiedendo la
collaborazione dell’interessato solo per la produzione di atti non già in possesso
dell’Amministrazione.
Si fa riferimento, in particolare, ai casi in cui il nesso di causalità tra l’azione criminosa e
l’evento lesivo sia già stato formalmente accertato con provvedimenti definitivi. La questione ha già
suscitato l’attenzione del Parlamento, come evidenziato da un’interrogazione parlamentare dell’On.
Giandiego Gatta, riportata sul sito ufficiale della Camera dei Deputati.
Alla luce di quanto esposto, al fine di evitare disomogeneità nella gestione dei procedimenti e
potenziali responsabilità erariali per l’Amministrazione, si sollecita un intervento per la
riorganizzazione e revisione delle procedure dell’Ufficio Vittime del Dovere. La permanenza delle
attuali anomalie non solo compromette l’immagine dell’Arma dei Carabinieri, ma rischia di generare
ulteriori contenziosi, esponendo l’Amministrazione a responsabilità che si potrebbero facilmente
evitare mediante un’azione tempestiva e conforme ai principi di legalità e buon andamento.
Confidiamo in un Suo sollecito riscontro e restiamo a disposizione per eventuali
approfondimenti.
Distinti Saluti.

Roma lì 05 aprile 2025
La Segreteria Nazionale